17 maggio: Cineforum con il film-documentario
QUATTRO QUINTI
Il 17 maggio alle ore 19.30 ci sarà il quinto e penultimo appuntamento con il Cineforum ISOLA DEL SAPERE del progetto di Democrazia Partecipata 2024 del Comune di Pantelleria.
Stavolta sarà proiettato un documentario del regista Stefano Urbanetti che interverrà anche in collegamento, sulla prima squadra di calcio per non vedenti.
L’evento sarà condotto da Giacomo Policardo, Responsabile del Dipartimento Inclusione e Disabilità dell’Unipant e a sua volta non vedente, con un testimone d’eccezione, Italo Cucci, che per primo ci aveva parlato di questa realtà e che racconterà la sua esperienza personale di telecronaca dal vivo con un ragazzo non vedente.
Il documentario offre uno sguardo appassionato sul mondo del calcio per non vedenti, seguendo da vicino i giocatori della Roma nella fase cruciale della stagione. Attraverso le dinamiche dello spogliatoio, gli intensi allenamenti e le avvincenti partite, il film esplora il mondo interiore di questi atleti straordinari. Ognuno di loro racconta come ha saputo trasformare il deficit visivo in una risorsa preziosa, sia sul campo da gioco che nella vita di tutti i giorni.
Titolo Originale: Quattro Quinti Paese di Produzione: Italia Anno: 2023 Genere: Documentario Regia: Stefano Urbanetti Soggetto: Stefano Urbanetti Sceneggiatura: Stefano Urbanetti Fotografia: Vito Frangione Montaggio:Stefano Urbanetti Musiche: Gabriele Elliott Parrini Suono: Guido Spizzico Produttore: Stefano Urbanetti Durata: 66 minuti
Cast (Interviste a): Rocco De Vitto, Valerio Febo Arancio, Jacopo Lilli, Luca Mazza, Vincenzo Censi, Sauro Cimarelli (allenatore), Giuseppe Checchi, Manuela Baldoni, Antonio Martìn Gaitàn, Mariano Ciarapica.
“Quattro Quinti” di Stefano Urbanetti si configura come un’opera documentaristica di notevole impatto emotivo e sociale, andando oltre la semplice cronaca sportiva per addentrarsi nelle vite e nelle sfide della prima squadra di calcio per non vedenti della Roma. Il titolo stesso, “Quattro Quinti“, rimanda immediatamente alla peculiarità di questa disciplina, dove quattro giocatori su cinque in campo sono ciechi totali, guidati dalla voce di un quinto giocatore vedente, il portiere. Questa singolare dinamica diventa metafora di un’esistenza che, pur confrontandosi con la mancanza di un senso fondamentale, fiorisce grazie alla fiducia reciproca, alla comunicazione costante e alla forza di volontà individuale e collettiva.
Il documentario non si limita a illustrare le regole e le azioni di gioco, pur mostrando la sorprendente abilità e l’agonismo degli atleti. Il vero cuore del film risiede nelle storie personali dei giocatori, nelle loro testimonianze dirette che svelano come la cecità, lungi dall’essere un limite insormontabile, si trasformi in una prospettiva diversa sul mondo, in una spinta a sviluppare altri sensi e a coltivare una resilienza straordinaria. Attraverso le riprese intime negli spogliatoi, durante gli allenamenti estenuanti e nelle vibranti atmosfere delle partite, Urbanetti cattura la loro umanità, le loro fragilità, le loro gioie e le loro delusioni, restituendo un ritratto autentico e potente di uomini che inseguono una passione con la stessa determinazione di qualsiasi altro atleta.
Un elemento distintivo del documentario è la sua attenzione all’inclusività e all’abbattimento delle barriere percettive. La collaborazione con Blindisight Project e Movie Reading per rendere il film accessibile attraverso l’audio descrizione e i sottotitoli gratuiti testimonia un impegno concreto nel raggiungere un pubblico più ampio e nel sensibilizzare sull’importanza dell’accessibilità culturale. La scelta di non focalizzarsi unicamente sulla disabilità, ma di mostrare la pienezza delle vite di questi atleti, il loro cameratismo, la loro ironia e la loro profonda umanità, contribuisce a smantellare stereotipi e a promuovere una visione più inclusiva e rispettosa della diversità.
Un documentario che unisce sport, inclusione sociale e narrazione umana toccante che ha una sua capacità di emozionare e di offrire uno spaccato di vita spesso ignorato che lo rende un’opera meritevole di attenzione e di diffusione in contesti diversi, contribuendo a una maggiore consapevolezza e a un cambiamento di prospettiva sulla disabilità e sulle potenzialità umane.