Venerdì 20 giugno ore 18.30
Seminario di Antropologia, Ciclo ‘La Realtà che crea Miti e Leggende’
BAMBINI CHE RICORDANO ALTRE VITE
Presentazione degli studi dell University of Virgina, Division of Perceptual Studies (DOPS)
Relatrice: Francesca Marrucci
Presso la University of Virginia, in particolare attraverso la Divisione di Studi Percettivi (Division of Perceptual Studies – DOPS), da decenni si conducono ricerche approfondite su bambini che affermano di ricordare vite precedenti. Il pioniere di questi studi è stato il Dr. Ian Stevenson, e la ricerca è poi proseguita con il Dr. Jim Tucker e altri. L’importanza di questi studi risiede nel loro approccio metodologico rigoroso e sistematico, che cerca di verificare le affermazioni dei bambini attraverso un’indagine approfondita.
Le caratteristiche principali di queste ricerche sono l’accurata raccolta di testimonianze da parte dei bambini, spesso in età molto precoce (tra i 2 e i 6 anni), che spontaneamente raccontano dettagli specifici di una vita che sostengono di aver vissuto prima. I ricercatori cercano poi di identificare la persona deceduta corrispondente ai dettagli forniti dal bambino, verificando fatti, luoghi e relazioni attraverso registri pubblici, interviste con le famiglie coinvolte (sia quella del bambino che quella della persona deceduta, se identificata) e talvolta persino l’esame di fotografie o documenti. Un aspetto particolarmente interessante e frequente in molti casi studiati è la presenza di voglie o difetti alla nascita sui bambini che corrispondono a ferite o cicatrici significative subite dalla persona di cui il bambino sembra ricordare la vita, spesso legate a una morte violenta o improvvisa.
Questi studi, pur essendo complessi e talvolta controversi nel panorama scientifico tradizionale, aprono prospettive affascinanti sulla natura della coscienza e sulla sua possibile sopravvivenza oltre la morte fisica. Se le affermazioni di questi bambini e le correlazioni riscontrate fossero ulteriormente validate, ciò potrebbe rimettere in discussione le nostre attuali concezioni della mente, del cervello e dell’identità personale. Potrebbero suggerire che la coscienza non sia solo un prodotto del cervello fisico, ma possa avere una dimensione più ampia e indipendente, influenzando anche le nostre comprensioni della psicologia, della biologia e persino della medicina, specialmente in relazione a fobie, talenti o condizioni mediche inspiegabili che alcuni bambini presentano e che sembrano legarsi ai ricordi di una vita precedente.
INGRESSO GRATUITO
Ricordiamo che questi seminari, dato il tempo a disposizione, sono in formato ridotto, ma tutti ad ingresso gratuito. Verranno riproposti in formato completo in più parti a partire da luglio in cambio di un piccolo contributo che servirà a pagare le spese di affitto della sede. Durante la riproposizione estiva si potrà anche intervenire e dare la propria testimonianza dal pubblico.